Varese - L’agenzia spaziale americana viene spesso criticata da esponenti politici e anche dai cittadini per i suoi costi elevatissimi e perché le sue scoperte non mirano sempre al benessere dell’umanità.
La NASA (National Aeronautics and Space Administration)ha fatto una scoperta abbastanza “insolita”: secondo quanto testimoniato dagli astronauti al servizio dell’agenzia, lo spazio avrebbe un insolito profumo che richiamerebbe alla mente l’odore delle saldature mischiato a quello delle bistecche fritte; il profumo, proprio come avviene all’interno dell’atmosfera terrestre, avrebbe impregnato le tute degli astronauti impegnati nelle diverse passeggiate al di fuori della Iss (International space station).
Uno dei responsabili dell'Omega Ingredients, società inglese specializzata nel campo delle fragranze, Steve Pearce ha spiegato: "Quando gli astronauti sono rientrati nella navicella si sono tolti i caschi e hanno registrato una fragranza particolare abbiamo raccolto le loro testimonianze e iniziato a lavorare seguendo le loro indicazioni"; tuttavia sintetizzare in laboratorio una sensazione olfattiva altrui non è semplice. Gli esperti dovranno lavorare ancora parecchio prima di arrivare a un risultato soddisfacente.
Sempre Steve Pearce afferma: "Abbiamo già riprodotto l'odore di bistecca fritta ma l'aroma del metallo bruciato è molto più complicata da mettere a punto. Riteniamo che sia una vibrazione ad alta energia molecolare ed è questo che stiamo cercando di aggiungere alla nostra essenza". Secondo l’esperto alla fine si riuscirà comunque ad avere l’esatta fragranza dello spazio, si dovrà pazientare ancora pochi mesi.
A questo punto gli americani si domandano quale sia l’utilità di tutto ciò. La Nasa giustifica i propri investimenti, o meglio, l’investimento dei soldi dei contribuenti, sostenendo che l’aroma ottenuto verrà usato per addestrare i militari in un ambiente olfattivo molto simile a quello extraterrestre.
Sono fermamente convinto che l’esplorazione spaziale ricopra una notevole importanza nello sviluppo del genere umano, però certe volte le ricerche intraprese dalle varie agenzie mondiali possono apparire a dir poco “originali”.
Luca Macchi
giovedì 23 ottobre 2008
giovedì 9 ottobre 2008
Varese – giovedì 2 ottobre all’università statunitense di Harvard, si è tenuta l’annuale cerimonia dedicata alla scienza più bizzarra, in cui sono stati assegnati gli Ig Nobel: premi che incoronano le ricerche più stravaganti svolte in ambito scientifico.
Gli Ig Nobel, assegnati da 18 anni dalla rivista "Annals of Improbable Research", sono un'istituzione nel mondo scientifico, al punto che i ricercatori sono pronti a pagare di tasca loro pur di poter assistere alla cerimonia, tra applausi, gag e lanci di aeroplanini di carta, che quest’anno è stata tenuta dal vero premio Nobel per la Chimica nel 1976 William Lipscomb.
Ad ognuno dei vincitori è stato concessa la possibilità di parlare per 60 secondi. Un'occasione per ringraziare, ma soprattutto per spiegare cosa ha fatto, come lo ha fatto e soprattutto perché: in effetti a volte quest’ultima domanda sorge spontanea, tenendo conto dell’assurdità di alcune ricerche.
A tenere alta la bandiera dell'Italia, in questa edizione, è stato Massimiliano Zampini dell'Università di Trento, che insieme a Charles Spence di Oxford ha ricevuto l'Ig Nobel per la Nutrizione.
I due hanno modificato elettronicamente il suono prodotto da una patatina fritta per far credere alla persona che la stava mangiando che era più fresca e croccante e, alla fine, sono davvero riusciti ad ingannare chi ha partecipato all'esperimento.
Il premio per la Pace è andato alla Commissione federale d'etica per la biotecnologia nel settore non umano della Svizzera e cittadini svizzeri, per aver adottato il principio legale che le piante hanno una propria dignità.
Il premio per l’Archeologia è stato preso da Astolfo G. Mello Araujo e José Carlos Marcelino dell'Università di San Paolo, Brasile, per aver misurato come il corso della storia, o almeno il posizionamento dei reperti di uno scavo archeologico, può essere modificato dall'azione di un armadillo vivo.
Quello per la Biologia a Marie-Christine Cadiergues, Christel Joubert e Michel Franc dell'Ecole Nationale Veterinaire di Tolosa, Francia, per aver scoperto che le pulci che vivono sui cani possono saltare più in alto di quelle che vivono sui gatti.
Per la Medicina, Dan Ariely della Duke University, Usa, per aver dimostrato che i medicinali placebo dal prezzo elevato sono più efficaci di quelli che costano poco.
Il premio per le Scienze Cognitive a Toshiyuki Nakagaki della Hokkaido University, Giappone, Hiroyasu Yamada di Nagoya, Giappone, Ryo Kobayashi della Hiroshima University, Giappone, Atsushi Tero di Presto JST, Giappone, Akio Ishiguro della Tohoku University, Giappone, e Ágotá Tóth dell'Università di Szeged, Ungheria, per aver scoperto che le muffe che vivono nel fango riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto.
Quello per l’Economia, a Geoffrey Miller, Joshua Tybur e Brent Jordan dell'Università del New Mexico, Usa, per aver scoperto che il ciclo ovulatorio di una ballerina di lap dance professionista influisce sulla quantità di mance da lei ricevute.
Per la Fisica, a Dorian Raymer della Ocean Observatories Initiative presso la Scripps Institution of Oceanography, Usa, e Douglas Smith della University of California, San Diego, Usa, per aver provato matematicamente che ammassi di fili, di capelli o praticamente di qualunque altra cosa si aggroviglieranno inevitabilmente formando dei nodi.
Quello per la Chimica è andato a Sharee A. Umpierre dell'Università di Porto Rico, Joseph A. Hill dei Fertility Centers del New England, (Usa) e Deborah J. Anderson della Boston University School of Medicine and Harvard Medical School Usa, per aver scoperto che la Coca-Cola è un efficace spermicida e Chuang-Ye Hong della Taipei Medical University, Taiwan, C. C. Shieh, P. Wu e B. N. Chiang, di Taiwan, per aver scoperto che non lo è.
Ed infine, quello per la Letteratura a David Sims della Cass Business School, London, Uk, per il suo studio "Tu, bastardo: un'esplorazione narrativa dell'esperienza dell'indignazione all'interno delle organizzazioni".
A prima vista, alcune delle ricerche vincitrici probabilmente non cambieranno il mondo. La scoperta che certe muffe riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto (Ig Nobel per le Scienze Cognitive) o la dimostrazione matematica che in un ammasso di fili si formano inevitabilmente dei nodi (Ig Nobel per la Fisica) potranno difficilmente condurre alla conquista di un Nobel vero. Sognare, per i trionfatori di questa edizione, è comunque lecito. Perché intanto un riconoscimento è già arrivato. E un premio dà sempre una certa soddisfazione. Eccoli, uno per uno.
Gli Ig Nobel, assegnati da 18 anni dalla rivista "Annals of Improbable Research", sono un'istituzione nel mondo scientifico, al punto che i ricercatori sono pronti a pagare di tasca loro pur di poter assistere alla cerimonia, tra applausi, gag e lanci di aeroplanini di carta, che quest’anno è stata tenuta dal vero premio Nobel per la Chimica nel 1976 William Lipscomb.
Ad ognuno dei vincitori è stato concessa la possibilità di parlare per 60 secondi. Un'occasione per ringraziare, ma soprattutto per spiegare cosa ha fatto, come lo ha fatto e soprattutto perché: in effetti a volte quest’ultima domanda sorge spontanea, tenendo conto dell’assurdità di alcune ricerche.
A tenere alta la bandiera dell'Italia, in questa edizione, è stato Massimiliano Zampini dell'Università di Trento, che insieme a Charles Spence di Oxford ha ricevuto l'Ig Nobel per la Nutrizione.
I due hanno modificato elettronicamente il suono prodotto da una patatina fritta per far credere alla persona che la stava mangiando che era più fresca e croccante e, alla fine, sono davvero riusciti ad ingannare chi ha partecipato all'esperimento.
Il premio per la Pace è andato alla Commissione federale d'etica per la biotecnologia nel settore non umano della Svizzera e cittadini svizzeri, per aver adottato il principio legale che le piante hanno una propria dignità.
Il premio per l’Archeologia è stato preso da Astolfo G. Mello Araujo e José Carlos Marcelino dell'Università di San Paolo, Brasile, per aver misurato come il corso della storia, o almeno il posizionamento dei reperti di uno scavo archeologico, può essere modificato dall'azione di un armadillo vivo.
Quello per la Biologia a Marie-Christine Cadiergues, Christel Joubert e Michel Franc dell'Ecole Nationale Veterinaire di Tolosa, Francia, per aver scoperto che le pulci che vivono sui cani possono saltare più in alto di quelle che vivono sui gatti.
Per la Medicina, Dan Ariely della Duke University, Usa, per aver dimostrato che i medicinali placebo dal prezzo elevato sono più efficaci di quelli che costano poco.
Il premio per le Scienze Cognitive a Toshiyuki Nakagaki della Hokkaido University, Giappone, Hiroyasu Yamada di Nagoya, Giappone, Ryo Kobayashi della Hiroshima University, Giappone, Atsushi Tero di Presto JST, Giappone, Akio Ishiguro della Tohoku University, Giappone, e Ágotá Tóth dell'Università di Szeged, Ungheria, per aver scoperto che le muffe che vivono nel fango riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto.
Quello per l’Economia, a Geoffrey Miller, Joshua Tybur e Brent Jordan dell'Università del New Mexico, Usa, per aver scoperto che il ciclo ovulatorio di una ballerina di lap dance professionista influisce sulla quantità di mance da lei ricevute.
Per la Fisica, a Dorian Raymer della Ocean Observatories Initiative presso la Scripps Institution of Oceanography, Usa, e Douglas Smith della University of California, San Diego, Usa, per aver provato matematicamente che ammassi di fili, di capelli o praticamente di qualunque altra cosa si aggroviglieranno inevitabilmente formando dei nodi.
Quello per la Chimica è andato a Sharee A. Umpierre dell'Università di Porto Rico, Joseph A. Hill dei Fertility Centers del New England, (Usa) e Deborah J. Anderson della Boston University School of Medicine and Harvard Medical School Usa, per aver scoperto che la Coca-Cola è un efficace spermicida e Chuang-Ye Hong della Taipei Medical University, Taiwan, C. C. Shieh, P. Wu e B. N. Chiang, di Taiwan, per aver scoperto che non lo è.
Ed infine, quello per la Letteratura a David Sims della Cass Business School, London, Uk, per il suo studio "Tu, bastardo: un'esplorazione narrativa dell'esperienza dell'indignazione all'interno delle organizzazioni".
A prima vista, alcune delle ricerche vincitrici probabilmente non cambieranno il mondo. La scoperta che certe muffe riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto (Ig Nobel per le Scienze Cognitive) o la dimostrazione matematica che in un ammasso di fili si formano inevitabilmente dei nodi (Ig Nobel per la Fisica) potranno difficilmente condurre alla conquista di un Nobel vero. Sognare, per i trionfatori di questa edizione, è comunque lecito. Perché intanto un riconoscimento è già arrivato. E un premio dà sempre una certa soddisfazione. Eccoli, uno per uno.
Varese - Si è conclusa con una grande palla di fuoco la missione della navetta automatica dell’ESA (Agenzia spaziale europea) Jules Verne; il Veicolo di trasferimento automatico (atv) è esploso nell’impatto con l’atmosfera terrestre come previsto dagli esperti, termina così, dopo cinque mesi, l’avventura della prima navicella completamente automatizzata realizzata dall’Agenzia spaziale europea.
Quando sui monitor del centro di controllo della missione, che si trova in Francia a Tolosa, alle 15:43, è apparsa una macchia bianca e si è capito che la navetta cilindrica, lunga oltre 10 metri e dal diametro di 4,5, era esplosa, ricercatori e tecnici hanno sollevato dei cartelli con la scritta “Bye bue Jules”. Una parte dei frammenti - circa il 20% di essi (il dato esatto arriverà nel fine settimana) - è caduta in una zona disabitata dell'Oceano Pacifico meridionale, tra Cile e Nuova Zelanda, nella quale era stato temporaneamente bloccato il traffici aereo e marittimo.
La missione della navetta Jules Verne ha rappresentato una novità assoluta in campo aerospaziale: il 3 aprile scorso l'Atv ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) e si è agganciata ad essa in modo completamente autonomo; ha portato a bordo 856 chilogrammi di propellente, 21 di ossigeno, 270 di acqua potabile, cibo e materiale scientifico; ma soprattutto ha giocato un ruolo attivo e di primo piano accendendo i suoi razzi per sistemare l'assetto della stazione orbitale. Ha anche salvato l'Iss dall'impatto con il frammento di un vecchio satellite.
La sua zona pressurizzata era così silenziosa che gli astronauti l'hanno scelta spesso per dormire e, infine, la navetta ha liberato la stazione orbitale da un bel po' di spazzatura (fra vecchi strumenti, materiali da imballaggio, copertine termiche e lampade rotte), bruciata con lei al rientro nell'atmosfera.
Un pieno successo per il progetto, costato 1,3 miliardi di euro nei dieci anni di sviluppo e che ha impegnato una squadra di industrie europee guidata dalla Eads Astrium, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) come principale fornitore.
Per il futuro, direttore dei Voli umani dell' Esa, Simonetta Di Pippo afferma: "con la Columbus l'Atv ha dimostrato la competenza raggiunta dall'Europa nella costruzione, nel lancio e nel controllo delle infrastrutture spaziali e questo fatto aiuterà a definire un quadro complessivo in vista di voli con uomini a bordo verso e dalla Stazione spaziale per le future attività di esplorazione "; una prospettiva alla quale si sta già lavorando attivamente: "Abbiamo un contratto per la realizzazione di altri sei Atv entro il 2013", ha detto il direttore dei programmi e infrastrutture della Thales Alenia Space, Dino Brondolo. "Il primo di questa serie, l'Atv-2 - ha aggiunto Dino Brondolo - si trova a Torino e in primavera sarà trasferito in Germania, a Brema, per l'integrazione finale. A fine 2009 sarà trasferito a Kourou (Guyana francese) per essere lanciato nella prima metà del 2010". E sempre a Torino è in costruzione l'Atv-3.
Quando sui monitor del centro di controllo della missione, che si trova in Francia a Tolosa, alle 15:43, è apparsa una macchia bianca e si è capito che la navetta cilindrica, lunga oltre 10 metri e dal diametro di 4,5, era esplosa, ricercatori e tecnici hanno sollevato dei cartelli con la scritta “Bye bue Jules”. Una parte dei frammenti - circa il 20% di essi (il dato esatto arriverà nel fine settimana) - è caduta in una zona disabitata dell'Oceano Pacifico meridionale, tra Cile e Nuova Zelanda, nella quale era stato temporaneamente bloccato il traffici aereo e marittimo.
La missione della navetta Jules Verne ha rappresentato una novità assoluta in campo aerospaziale: il 3 aprile scorso l'Atv ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) e si è agganciata ad essa in modo completamente autonomo; ha portato a bordo 856 chilogrammi di propellente, 21 di ossigeno, 270 di acqua potabile, cibo e materiale scientifico; ma soprattutto ha giocato un ruolo attivo e di primo piano accendendo i suoi razzi per sistemare l'assetto della stazione orbitale. Ha anche salvato l'Iss dall'impatto con il frammento di un vecchio satellite.
La sua zona pressurizzata era così silenziosa che gli astronauti l'hanno scelta spesso per dormire e, infine, la navetta ha liberato la stazione orbitale da un bel po' di spazzatura (fra vecchi strumenti, materiali da imballaggio, copertine termiche e lampade rotte), bruciata con lei al rientro nell'atmosfera.
Un pieno successo per il progetto, costato 1,3 miliardi di euro nei dieci anni di sviluppo e che ha impegnato una squadra di industrie europee guidata dalla Eads Astrium, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) come principale fornitore.
Per il futuro, direttore dei Voli umani dell' Esa, Simonetta Di Pippo afferma: "con la Columbus l'Atv ha dimostrato la competenza raggiunta dall'Europa nella costruzione, nel lancio e nel controllo delle infrastrutture spaziali e questo fatto aiuterà a definire un quadro complessivo in vista di voli con uomini a bordo verso e dalla Stazione spaziale per le future attività di esplorazione "; una prospettiva alla quale si sta già lavorando attivamente: "Abbiamo un contratto per la realizzazione di altri sei Atv entro il 2013", ha detto il direttore dei programmi e infrastrutture della Thales Alenia Space, Dino Brondolo. "Il primo di questa serie, l'Atv-2 - ha aggiunto Dino Brondolo - si trova a Torino e in primavera sarà trasferito in Germania, a Brema, per l'integrazione finale. A fine 2009 sarà trasferito a Kourou (Guyana francese) per essere lanciato nella prima metà del 2010". E sempre a Torino è in costruzione l'Atv-3.
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