venerdì 22 maggio 2009


Varese – Da sempre l’Italia non è in prima fila per la produzione di energia da fonti rinnovabili; l’Austria ci supera nell’istallazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda di ben 22 volte, la Germania di 6 volte e la Danimarca di 4. Tuttavia le cose forse stanno cominciando a cambiare.

Legambiente fa sapere che il ‘Bel Paese’ nel 2008 è stato il terzo Paese al mondo per impianti fotovoltaici installati: ne sono stati realizzati oltre 24.000 per una potenza complessiva di 338 MW; inoltre nel 2009 saranno installati altri 500 MW di potenza fotovoltaica, pari al doppio della potenza entrata in esercizio nello scorso anno.

L’ente per la protezione ambientale ha organizzato i “Sunday”, due giorni di informazione in occasione dell’European Solar Days (www.eusd.it), una grande campagna dedicata interamente all’energia solare con eventi in tutta Europa.

Andrea Poggio, vice direttore generale di Legambiente, afferma: «buone notizie sul fronte del fotovoltaico ma non tanto quanto meriterebbe un Paese pieno di sole e di energia come l’Italia», in più aggiunge: «ci vogliono più documenti per impiantare un pannello fotovoltaico che per ampliare una veranda. E le banche concedono pochi prestiti, anche se si stanno attrezzando».

Alla domanda sul perché gli italiani investono nel fotovoltaico, l’esperto risponde: «La voglia di risparmiare. Con gli incentivi di conto energia abbiamo capito che usare il sole conviene, non solo all’ambiente».

lunedì 18 maggio 2009


Varese – È previsto oggi per le 20.01 ora italiana il lancio dello space shuttle "Atlantis", impegnato in una delle missioni più attese - e pericolose - dalla comunità scientifica, la riparazione del telescopio spaziale "Hubble".

Il motivo per cui, nonostante le pressioni degli scienziati, la Nasa si è rifiutata per anni di acconsentire alla missione dell'Atlantis è la mancanza di un approdo di emergenza in caso di guasto o danneggiamento dello scudo termico al lancio; Hubble si trova infatti su un'orbita diversa da quella della Stazione Spaziale Internazionale, in grado di accogliere l'equipaggio per un periodo di tempo sufficiente al lancio di una nuova navetta o di effettuare una riparazione in orbita. Proprio per questo si è deciso di avere già disponibile un secondo shuttle, L'Endeavour, pronto a partire entro sei giorni - il tempo massimo di durata delle scorte di ossigeno è di 25 giorni.

Un’altro rischio legato all'orbita alta in cui si trova lo Hubble è la maggiore possibilità di impatto di micrometeoriti o di altri "detriti spaziali".

Il telescopio recentemente ha sofferto di numerosi guasti meccanici ma la missione dell'Atlantis permetterà di prolungare fino al 2014 la sua vita operativa.

In questa missione verranno effettuate ben cinque attività extraveicolari in cui saranno cambiati i sei giroscopi, le batterie, il sistema di protezione termica e il sistema informatico, mentre verranno installati due nuovi apparecchi, uno spettrografo per raggi cosmici e un obbiettivo grandangolo; il tutto dovrebbe migliorare da 10 a 70 volte le capacità dello Hubble, in grado così di rilevare oggetti risalenti a 500 milioni di anni dopo il Big Bang contro l'attuale miliardo di anni.

La Nasa si era detta perplessa sulla possibilità di un utilizzo dello space shuttle, sia per i persistenti problemi alla navetta - che solo da poco ha ripreso i voli regolari dopo l’incidente del 2004 -, che per l'insufficiente aumento dei finanziamenti destinati alla Nasa: a causa di ciò, inizialmente era prevista solo la visita di una sonda robot che avrebbe avuto il compito di inserire il telescopio su un'orbita di decadimento tale da farlo precipitare nell'Oceano al termine della sua vita operativa.

Una delle alternative prese in considerazione era quella di una missione robotizzata, ma questa non si sarebbe rivelata ottimale e inoltre sarebbe stata tecnologicamente complessa, ma ora il nuovo budget della Nasa stanzia 9,6 miliardi di dollari per i progetti scientifici e di esplorazione e altri 6,7 miliardi per le applicazioni fra le quali le missioni shuttle - che dovrebbero essere terminate entro il 2010 - e la Stazione Spaziale Internazionale "Alpha".

La priorità, come annunciato nel 2005 dalla Casa Bianca e in attesa di quel che vorrà fare l'Amministrazione Obama, alle prese con la crisi economica, rimane quella di un ritorno in grande stile sulla Luna entro il 2020, per poi raggiungere Marte: il programma "Constellation". Lo Hubble viene però considerato dagli astronomi ancora uno strumento di assoluta avanguardia, anzi insostituibile: non vi è nulla di simile in orbita per quanto riguarda l'astronomia nel campo della radiazione visibile; le moderne reti di telescopi sulla Terra possono raggiungere in alcuni casi la stessa risoluzione, ma l'atmosfera terrestre li rende 'ciechi' all'infrarosso e all'ultravioletto. Proprio l'infrarosso dovrebbe essere il punto di forza del "James Webb Space Telescope", il cui lancio è in programma per il 2013 e che dovrà lavorare fianco a fianco con lo Hubble per poi sostituirlo. Il telescopio era stato così battezzato in onore di Edwin Hubble, l'astronomo americano a cui si deve la costante che definisce il tasso di espansione dell'universo.
Varese –Nina Papadulaki, portavoce del Commissario europeo alla Sanità Androulla Vassiliou, ha fatto sapere che attualmente nell’Unione Europea più la Svizzera sono stati confermati 79 casi della nuova influenza che sta mettendo in ginocchio il Messico.

I governi degli stati membri dell’Unione confermano i dati forniti dalla Papadulaki, aggiungendo quale sia l’esatta dislocazione dei 79 casi, ossia: due in Italia; quarantaquattro in Spagna; diciotto nel Regno Unito; otto in Germania; due in Francia; uno in Olanda; uno in Austria; uno in Danimarca; uno in Irlanda 1 e uno in Svizzera.

venerdì 1 maggio 2009


Varese – Il virologo Pietro Crovari, ordinario d'Igiene generale all'università di Genova, parlando a margine dell'incontro "Vaccini: miti e leggende" organizzato da Farmindustria, ha detto: "È scontato che questa influenza arriverà anche in Italia”.

Lo specialista ha aggiunto in seguito che però non si tratterà di una tragedia perché siamo in presenza di un'influenza normale e non come l'aviaria, quindi saremo certo più favoriti se riusciremo ad avere il contagio il più tardi possibile.

Pietro Crovari ha tranquillizzato spiegando: "Non parlerei di pandemia ma di epidemia influenzale. Non ci troviamo di fronte ad un virus del tutto nuovo perché si tratta dell'erede del 'H1N1' isolato nel 1933”; ha aggiunto inoltre con questo virus, che sta colpendo il Messico, forse è mutato nel 60-70% ma non è comunque completamente nuovo.

Il fatto che l'influenza ha colpito la fascia di età tra i 5 e i 65 anni, secondo il virologo, si potrebbe spiegare ipotizzando che il vaccino stagionale per l'influenza, destinato ai bambini fino ai 5 anni e agli over 65, potrebbe aver avuto effetti di protezione. Ma è ancora presto per dirlo con certezza.