mercoledì 28 gennaio 2009


Varese – Chi sostiene che non si può “mettere su famiglia” dopo una certa età, dovrà cambiare idea.

In Nuova Zelanda un raro rettile è diventato padre per la prima volta alla veneranda età di 111 anni, contribuendo alla sopravvivenza della specie. Il tuatara – così si chiama la specie - di nome Henry, ospite dal 1970 del Southland Museum di Invercargill lo scorso anno è rimasto affascinato dalla femmina di 80 anni di nome Mildred, che, dopo l’accoppiamento, ha deposto 12 uova e ieri, dopo 223 giorni di incubazione, sono venuti alla luce 11 piccoli.

Il tuatara, nativo della Nuova Zelanda, discende da rettili antichissimi presenti, molto prima dell’estinzione dei dinosauri – avvenuta 65 milioni di anni fa, si pensa a causa dell’impatto di un gigantesco meteorite, 225 milioni di anni fa.

sabato 24 gennaio 2009


Varese – Da qualche anno si sente parlare di riscaldamento globale del pianeta e, anche se non tutti sono d’accordo, la maggior parte della comunità scientifica è concorde nel dire che questo fenomeno rappresenta un grosso problema per noi e per le generazioni future.

Eric Steig, dell'Università di Washington e direttore del Quaternary Research Center della UW, e colleghi, in una ricerca pubblicata su Nature, affermano che negli ultimi 50 anni gran parte del continente antartico si è riscaldato più di quanto si pensava: un decimo di grado ogni 10 anni.

Fino ad ora, anche per mancanza di dati diretti, si pensava che solo la parte occidentale del continente, inclusa la Penisola antartica, si stesse riscaldando, mentre i rilevamenti indicavano che quella orientale si stava raffreddando; il nuovo studio dimostra che, in realtà, negli ultimi 50 anni, il riscaldamento dell'Antartide occidentale sarebbe maggiore del raffreddamento registrato nell'Antartide orientale e questo vuol dire che, mediamente, il continente nel suo insieme,sta diventando più caldo.

Steig e colleghi, basandosi sui dati delle stazioni meteo combinati con le misure più recenti fatte dai satelliti e con modelli statistici, hanno finalmente realizzato un quadro completo della temperatura del continente dal 1957 al 2006. Hanno, così, scoperto che le temperature sono salite di mezzo grado in circa 50 anni, toccando un picco durante l'inverno e la primavera.

Secondo Steig e colleghi il riscaldamento della penisola antartica e dell'Antartide occidentale sarebbe correlato ai cambiamenti della circolazione atmosferica e allo scioglimento del ghiaccio marino nel settore Pacifico dell'Oceano polare meridionale.

Steig ha detto: "Si tratta di una situazione complessa che non può esaurirsi in un'unica spiegazione. Quello che si sente continuamente è che l'Antartico si sta raffreddando, ma non è proprio così e se ogni cosa ha il suo rovescio, la questione è molto più complessa di quanto si creda. L'Antartico, in effetti, non si sta riscaldando con le stesse modalità che avvengono nel resto del mondo e, mentre, alcune aree per molti anni si sono raffreddate, ora, i dati mostrano che il continente, nel suo insieme, sta diventando sempre più caldo".

Una delle ragioni del raffreddamento dell'Antartico meridionale poteva essere, secondo lo scienziato, il buco dell'ozono, ma aggiunge: "quando lo strato di ozono verrà "riparato", si spera entro la prima metà di questo secolo, il processo di riscaldamento del continente antartico sarà pari a quello del resto del mondo”.

giovedì 15 gennaio 2009


Varese - In una delle isole di Darwin, Isabela, una squadra di biologi italiani hanno scoperto uno dei più antichi esponenti dell'evoluzione delle specie che non era stato individuato dal padre della teoria evoluzionistica: un'iguana rosa strisciata di nero.

L’iguana rosa è un vero e proprio fossile vivente, il cui primo esemplare deve essere comparso oltre 5 milioni di anni fa, quando ancora molte delle isole Galapagos non erano neppure formate.

Lo studio genetico, che ha permesso la ricostruzione delle origini di questa iguana di terra, il cui nome scientifico è Conolophus subcristatus, è stato pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze "PNAS" dal team di Valerio Sbordoni e Gabriele Gentile dell'Università di Tor Vergata.

I due esperti affermano: "Sin dal pioneristico lavoro di Darwin nell'arcipelago, le Galapagos sono un'importante riserva per i biologi evoluzionisti” e spiegano che, per la loro origine vulcanica, queste isole ospitano flora e fauna uniche, evolutesi per milioni di anni nel completo isolamento geografico.

Isabela, la più grande delle Galapagos, ha cinque vulcani attivi: Sierra Negra, Alcedo, Darwin, Wolf e Cerro. I ricercatori ricordano: "Charles Darwin visitò le Galapagos nel 1835 ma non il vulcano Wolf e quindi non vide l'iguana rosa, che vive solo lì". Sebbene un esemplare di questa iguana fosse stato casualmente visto da un ranger del parco nazionale nel 1986, lo strambo rettile praticamente viene studiato per la prima volta.

Il confronto del Dna dei mitocondri di questo rettile - quello meno soggetto a mutazioni, quindi più conservato durante l’evoluzione - con le altre specie note svela che l’animale è antichissimo, un vero fossile vivente da porre alla base dell'albero genealogico delle iguane terrestri e resta un enigma per la sua distribuzione geografica.

Nuovi studi serviranno dunque a ricostruire, alla luce della sua esistenza, la storia delle iguane terrestri, concludono gli esperti, "ma servono subito sforzi per conservare questa specie da noi identificata e prevenirnre l'estinsione".

sabato 3 gennaio 2009


Varese – La vita sessuale delle donne di tutto il mondo non sempre è facile, solo in Italia, secondo le ultime ricerche della Società italiana di Medicina generale, l'anorgasmia – l’incapacità di raggiungere l’orgasmo - colpisce il 30% delle donne, le quali, per ovviare a questo problema, utilizzano la famosa pillola blu; tuttavia questo potrebbe cambiare.

E' pronta una nuova rivoluzione nel campo sessuale. La pillola dell'amore sta per lasciare il passo a un minuscolo chip che assicurerebbe effetti migliori. Una squadra di ricercatori dell'Università di Oxford, infatti, ha già constatato, anche nei soggetti affetti da anedonia, – incapacità di provare piacere - che collegando degli elettrodi al cervello si stimolerebbe il massimo piacere sessuale, l'orgasmo.

Uno dei ricercatori, il neurochirurgo Tipu Aziz, ha espresso tutta la propria soddisfazione per il nuovo microchip, affermando: "ci sono prove del funzionamento del chip. Qualche anno fa uno scienziato ha installato un dispositivo analogo nel cervello di una donna con un bassissimo impulso sessuale trasformandola in una donna sessualmente molto attiva".

Quest’invenzione ha provocato una ‘marea’ di critiche, tra cui quelle del professor Giorgio Rifelli, docente di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale presso l'università di Bologna.
Secondo Rifelli questo apparecchio è a tutti gli effetti un vibratore esterno che potrebbe scatenare "frustrazione nel partner e meccanismi di competitività, andando ad annullare quel gioco di desideri che è l'essenza più viva di ogni relazione".

Secondo i ricercatori ci vorranno ancora 10 anni per la realizzazione del chip.
Ora nell'attesa di collaudare questo strumento ci poniamo alcune domande tecniche: quale sarà la manutenzione? Se il chip si blocca nel momento del rapporto sessuale è possibile fare un reboot? Se durante l'orgasmo entra un virus nel microchip quali effetti indesiderati ci potrebbero essere?